Ognuno di noi attraversa la vita abitando il proprio viaggio, fatto di sfide, opportunità, incontri, prove, conquiste, delusioni che ci rendono l’eroina o l’eroe del nostro mondo.
Il nostro modo di definire l’eroismo, dipende molto da quale guida (o archetipo) è più attiva nella nostra vita, sia a livello culturale che personale.
Ad esempio, nella nostra cultura, l’archetipo dell’eroe è spesso disegnato come un guerriero di sesso maschile, preferibilmente bianco, che uccide il drago e salva la fanciulla.
Ciò implica che le donne e gli uomini di altre razze, vengano visti come personaggi di sostegno al Viaggio: servitori, antieroi, compagni fedeli, maestri, vittime da salvare e via discorrendo.
La cosa interessante, è che in realtà l’archetipo del Guerriero non è che uno dei 12 archetipi che definiscono e disegnano la mappa del viaggio interiore che ciascuno di noi è invitat* a fare nel viaggio di liberazione di Sè e di individuazione.
Questo ci ricorda quanto sia importante e vivificante, anche per la buona riuscita del nostro “viaggio”, incontrare e integrare tutti e 12 gli archetipi.
Nell’intraprendere questo tipo di esplorazione interiore, è importante anche comprendere quale sia, a livello individuale, l’archetipo che in noi ha più presa, per individuare quelli che sono i nostri schemi interpretativi prevalenti.
Questo proprio perché ognuno di loro è allo stesso tempo guida e stadio del viaggio stesso, e ci offre una lezione da imparare e una dote o un tesoro con cui arricchire la nostra vita.
Incontrare gli archetipi, integrarli, incorporarli profondamente, ci aiuta a stabilire un rapporto con loro e a riconoscerli immediatamente quando ci vengono a fare visita.
Quando nella nostra vita non vengono attivati uno o più archetipi, è come se saltassimo dei passi evolutivi e se fossimo amputati di una parte di risorse che ci abitano e che rimangono latenti, mai del tutto risvegliate: ecco perché incontrarli e integrarli è un passaggio fondamentale per la nostra evoluzione personale.
Si tratta di imparare a familiarizzare con forze che affondano le loro radici in un inconscio collettivo che ci unisce tutt* come in un’unica, immensa, palpitante foresta di anime, vissuti, storie, esperienze, dolori (spesso transgenerazionali), speranze e amori.
Tornare ad affondare le nostre radici personali in quelle dell’inconscio collettivo, significa tornare ad appropriarci di risorse, intuizioni, capacità ed esperienze che sono proprie di chi il cammino lo ha già fatto e ha lasciato un’impronta energetica sulla “sabbia del nostro inconscio” perché potessimo ritrovare la via.
Mettersi in contatto con queste forze archetipiche, significa risvegliarci al potere della gratitudine e dell’appartenenza, tornando a suonare la musica del mondo attraverso le nostre scelte e l’impatto che queste hanno su tutto ciò che ci circonda.
Sì perché un viaggio di individuazione e conoscenza personale, non è mai “un affare privato” ma è sempre un gesto che ha una rilevanza collettiva e che può concorrere alla crescita condivisa o rallentarla: dipende tutto da noi.
Ogni nostra scelta o non scelta sortisce lo stesso effetto di un battito di ali di farfalla capace di scatenare un uragano dall’altra parte del mondo (sono certa tu conosca l’effetto butterfly) dunque ci sono richiesti cura, attenzione, impegno e ascolto profondi lungo la via, e una buona dose di impegno per affrontare i tanti capitoli che compongono la nostra storia personale.
Per me, incontrare gli archetipi del viaggio dell’eroe, significa non viaggiare mai più sol* ma tronare a partecipare del grande viaggio di un’umanità che ha urgente bisogno di ritrovare la via di casa.
Una via che non può che passare per la natura, ed è per questo che agli archetipi associo le rune, questo sorprendente alfabeto di segni e sogni che affonda le sue radici nella notte dei tempi e nel mistero che rende la loro origine di per sé fonte di stupore e meraviglia.
Le Rune sono per me chiavi di accesso, energie sopite in noi capaci di farci riaccedere al mondo della natura e ai suoi misteri, con umiltà, consapevolezza e vivo desiderio di tornare a partecipare del grande disegno della vita.
Le rune sono la segnatura degli oggetti, la loro forma essenziale, la formula della loro energia specifica, del loro ritmo, capace di risvegliarlo anche in noi, in un minerale, in una stella o in un animale.
Le Rune sono molto più che lettere: sono simboli dell’inconscio collettivo e quindi di nuovo Archetipi.
Le Rune raccontano dell’alternarsi delle stagioni, dell’abbondanza e della privazione, del clan, della comunità, della vita e della morte: ogni aspetto dell’esistenza prende forma attraverso il sego runico, si manifesta, emerge dalle profondità della psiche e si rivela.
Per questo motivo desidero arricchire il viaggio dell’Eroe, popolato dai 12 Archetipi di cui ha parlato diffusamente Joseph Campbell, accedendo anche al ricco contenuto immaginifico legato alle Rune.
Per me farlo, significa riconnettersi alle tradizioni, tornare a parlare la lingua di Miti e racconti che hanno dato forma al mondo per come lo conosciamo, riannodando i fili di una trama comune e condivisa di leggende e misteri che ancora abitano nel profondo il nostri immaginario.
Il viaggio inizia lunedì 8 marzo: si tratta di un primo incontro che mette insieme l’Archetipo dell’Innocente alla Runa Fehu.
Ogni incontro avrà valore a se stante ma potrà anche inserirsi dentro a un viaggio più lungo fatto di tappe e incontri, con un gruppo di persone che mi piace pensare in movimento.
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Per approfondimenti:
Achterberg “Imagery in healing”
J. Campbell “L’eroe dai mille volti”
U. Carmignani G. Bellini “Runemal”
S. Ingerman “Il recupero dell’Anima”
K. Wilber “Lo spettro della coscienza”