Fare anima, nel linguaggio della psicologia immaginale, significa sviluppare la capacità di “vedere” che le persone, le cose, i luoghi e gli eventi che quotidianamente percepiamo come “reali”, sono un sogno all’interno di un sogno.
Fare anima ci ricorda che tutto ciò di cui facciamo esperienza non ha alcuna sostanza: si tratta di ombre, miraggi pari al riflesso della luna nell’acqua.
Il senso dell’oggettività e del materialismo sono inganni che, al momento del risveglio dal sonno, svaniscono come fumo nel vento.
Fare anima significa prendere ogni persona, oggetto, evento che si manifestano nella nostra vita e riportarli alla loro reale natura di immagine, ricordandoci che stiamo sognando e che ciò che percepiamo è solo un’immagine del sogno.
Fare anima significa ricondurre la realtà all’anima, ai regni di Ade, dove dimorano le ombre, il femmineo e l’Io istintuale profondo.
Fare anima significa tornare ad abitare la soglia tra “visibile” e “invisibile”, così da poter stabilire una connessione con gli avi, gli archetipi, le immagini che popolano la profondità della nostra psiche, le ombre invisibili che determinano il nostro pensare e il nostro agire.
Soffriamo tutt* di separatezza, abbiamo sollevato un alto muro per creare un confine netto e invalicabile tra “ragione” e “istinto” e abbiamo finito con il credere che la “realtà” abiti al di qua della soglia, nel regno del manifesto, della luce del sole, del principio maschile creativo e abbiamo messo una grande distanza tra noi e il “mondo delle ombre”.
E’ in quel mondo oscuro, lontano dagli occhi (ma non dal cuore) che abita la nostra anima, relegata nei regni temuti dell’immagine, del sogno, del principio femminile, notturno, di distruzione e rigenerazione.
L’androgino è in realtà il simbolo dell’unione di morte e vita, ombra e luce, femminile e maschile e di tutti gli opposti di cui facciamo esperienza in questa vita.
L’androgino è la vittoria dell’amore sulla paura e l’incontro con il sacro, la capacità di offrirsi, senza sosta.
Fare anima significa avere la capacità di tenere a mente (e a cuore) che tutto ciò di cui facciamo esperienza è pura immagine, visione, sogno e che questa capacità è essa stessa risveglio alla nostra intima essenza.
Un’essenza che ci chiede di “portare con noi” le immagine, riassorbendole, integrandole, lasciando che esse stesse si offrano in un continuo svanire e ricomporsi.
Abbiamo bisogno di tornare ad abitare le soglie e da lì, di ricominciare a parlare la lingua dell’anima, che è la lingua di Natura, che sempre e senza sosta ci chiama a sé, ci invita a tornare a casa, lungo la via degli antenati, di tutte le persone che precedendoci hanno già percorso il cammino e sono capaci di ispirarci, insegnarci, mostrarci la via.
Farlo, significa stabilire anche una relazione profonda con la nostra memoria. Abbiamo bisogno di ricordare, di riportare al cuore tutto ciò che con grande fretta tendiamo a dimenticare, cioè ad allontanare dalla mente, in un ritrovato dialogo di cuore e mente, giorno e notte, visibile e invisibile.
Dall’illusione della dualità di esce solo se si ha il coraggio di abitarla senza fuggirla, abitando i recessi più remoti della nostra mente che proietta paure.
Paure che sono di nuovo illusioni, immagini, sogni che hanno bisogno di tornare alla loro natura di immagini e di essere riassorbite in noi, insieme a tutte le esperienze del quotidiano.
In questo la meditazione, le pratiche immaginative, i mantra possono essere ottimi strumenti perché ci aiutano ad abitare, acquietare, silenziare la mente ed entrare poco per volta nel regno dell’ombra che è anche il regno dell’anima.
Un’anima che non ha mia smesso di chiamarci e di volerci, di indicarci la strada dell’intima espressione di noi stess*, attraverso la missione, il senso e lo scopo custodito dal nostro daimon e che solo il risvegliargli dallo stato di sonno ci consente di incarnare gioiosamente, intimamente, profondamente.
Al fare anima dedicheremo un intero workshop di meditazione, ecologia del profondo e pratiche immaginali, dedicato agli animali di rinascita interiore che trovi cliccando qua.
Per approfondimenti:
J. Hillman “Il cammino del fare anima e dell’ecologia profonda”
E. Poli “Anatomia della guarigione”
E.Poli “Poiesis. Psicoterapia in poesia”