Di notte abbiamo la possibilità di esplorare regioni della nostra psiche che contengono veri e propri tesori.
Al pari di Perseo, l’eroe della mitologia greca che riuscì a uccidere Medusa proprio grazie a una serie di insperati doni che gli furono elargiti dalle Naiadi, da Ade e da Atena per affrontare il viaggio negli inferi, ogni notte abbiamo la possibilità di viaggiare nella profondità della nostra psiche e di uscirne trasformati.
Ispirazioni, intuizioni, creatività, comprensioni inattese di situazioni che da tempo ostacolano il nostro cammino, possono essere alcuni degli incredibili doni che un sonno puà regalarci, a patto si sia capaci di “rimaner svegli”.
L’unica cosa cui dobbiamo fare attenzione prima di andare a letto, è quella di essere certi di non essere troppo stanchi, perché questo ci farebbe crollare in una sorta di catalessi che impedisce di essere svegli e coscienti durante il sonno.
Da questo punto di vista, ci sostiene come sempre la meditazione.
I monaci theravada parlano in proposito di Satipatthana, il cammino della piena attenzione cosciente con cui possiamo allenarci ad attraversare i nostri giorni, con piena presenza mentale
Ogni giorno più volte al giorno, dobbiamo immergerci nell’attimo presente con la massima attenzione possibile. Per farlo, bastano anche pochi minuti di meditazione attiva e cosciente che possiamo ripetere più volte al giorno.
Lo stato di presenza che di volta in volta richiamiamo in noi, ci sostiene nell’accogliere e trasformare gli inevitabili stati d’animo di tristezza, stress, stanchezza o ansia che durante la giornata vengono a farci visita, senza lasciarcene travolgere.
La meditazione ci sostiene nel trasformare queste forze in potenti alleate della nostra giornata, per arrivare al momento del sonno ancora sufficientemente riposati e riuscire quindi ad attraversare la soglia tra visibile e invisibile con attenzione, presenza mentale, e così poter viaggiare consapevolmente negli anfratti della psiche.
E’ qui che avviene la guarigione, è qui che possiamo scoprire i nostri tesori preziosi e ancora dialogare con i nostri antenati, ricevere informazioni, aprirci allo sconfinato potere creativo che risiede nella nostra mente quando liberata dagli schemi mentali.
Per imparare a viaggiare nel mondo dell’ombra rappresentato dal sogno, dobbiamo imparare ad allearci con Ade, il Signore degli inferi che chiude i cancelli a molte persone.
Per potersene conquistare l’alleanza, è importante saper riconoscere che l’oscurità non è mancanza di luce ma l’altra faccia della luce, familiarizzando con il processo di “fare anima“, restituire qualità immaginale alla nostra esistenza “reale”.
Il nostro compito non è rendere luminoso qualcosa che non lo è ma imparare a sviluppare fede e potere di inclusione che è a sua volta un potere dell’anima, liberandoci dall’idea che ciò che è luminoso, tale invece non sia.
Il nostro compito è quello di uscire dal dualismo e tornare a parlare la lingua dell’Uno.
Ad Ade non piace chi divide l’ombra dalla luce: queste due dimensioni sono distinte ma non separate.
Includere significa saper amare, ringraziare, benedire (soprattutto i nostri nemici).
I nemici sono sia interni che esterni, sono anche disagi, disturbi, problemi di ogni genere che attanagliano la nostra esistenza, e benedirli aiuta a sciogliere ansia, paura e ad aprirsi al viaggio di conoscenza che siamo tutti chiamati a compiere.
Non è importante analizzare i sogni, quanto lasciare che muovano in noi emozioni, sensazioni, energia creativa senza cedere alla tetazione di ingabbiarla in schemi mentali e/o codici interpretativi.
I sogni chiedono semplicemente di essere vissuti e per meglio ricordarli possiamo cercare di non muoverci appena svegli, rimanendo ancora qualche minuto nel letto per ricordare quanti più dettagli possibili riferiti al nostro sogno.
Dovremmo semplicemente cercare di comprendere qual’è l’emozione dominante che il sogno porta con sé, includerla, respirarla, accoglierla, cercare di comprendere in che parte del corpo la sentiamo maggiormente, se si esprime più in termini di vibrazione, calore, freddo o altro ancora, senza giudicarla.
Una volta riconosciuta l’emozione che un sogno porta in dono, è importante lasciarla crescere con fiducia. Non esiste una emozione buona e una cattiva: non giudichiamola, lasciamo che si esprima, che si liberi questa forza che è essa stessa anima, e permettiamole di aiutarci, sostenerci, manifestare una parte di noi.
L’emozione è energia e possiamo allenarci ad allearci ad essa, a chiederle sostegno, aiuto: questo consentirà pian piano ai nostri sogni di aumentare, di diventare sempre più profondi, lucidi e arricchenti e lo stesso faranno le nostre giornate.
Perché se di notte possiamo scoprire e abitare regioni della nostra psiche piene di tesori nascosti, facendo spazio ai sogni possiamo arricchire anche la nostra vita diurna, ritrovando agio nel continuo scambio tra luce e ombra, giorno e notte, bene e male.
Per approfondimenti:
S. N. Goenka – Sathipatthana Sutta
R. Waggoner – Lucid dreaming: a gateway to the Inner Self