Meditazione di fonte

da | Lug 22, 2019 | Supporto psicologico

La pacificazione della mente, che si raggiunge quando questa si assorbe completamente e senza sforzo nella stabilità della meditazione, è uno stato analogo alla pacificazione interiore.

Questa è il frutto di un lento, costante, progressivo allenamento alla quiete interiore, che passa attraverso un continuo esercizio di cura e attenzione interiori.

Si tratta in primo luogo di allenarsi a vedere, a osservare senza esercitare alcuna forma di giudizio, quanto si muove dentro di noi.

Sto parlando di monologhi interiori,  ovvero di descrizioni continue e incessanti che la nostra mente è abituata a produrre in un proliferare di didascalie, commenti, giudizi in cui siamo costantemente immersi e che finiscono con l’assorbire una grande quantità di energia vitale.

Attraverso questa modalità, descrittiva e narrativa, siamo cresciuti e siamo stati allevati in un contesto sociale fatto di regole (esplicite e non) convinzioni e convenzioni che ci hanno fornito il “lascia passare” necessario per nutrire il nostro senso di appartenenza e con lui uno spirito di sopravvivenza, nel branco, al riparo dai lupi dell’isolamento sociale e dell’esclusione.

Il fatto è, che a un certo punto  realizziamo che tutta questa “descrizione del mondo” si compone di automatismi, regole, input e output che ci allontanano dal contattare la nostra intima natura e con questa il senso profondo delle cose, quello dell’essere vivi, dell’esserci qua, adesso, in contatto pieno con il senso di precarietà, finitezza, impermanenza che “l’esserci” pienamente si porta dietro.

Ho come l’impressione che l’intero impianto narrativo di descrizioni, didascalie e rimuginamenti vari, poggi su una bugia che è funzionale al tutto.

Non parlerei di vera propria bugia a dire il vero, quanto di una dimenticanza.

Tutto il vivere concitato e consumistico (in termini di beni, relazioni, sensazioni, pensieri ed emozioni) sembra aderire ad un unica esigenza che è quella di dimenticare che tutto è transitorio, compresa la nostra esistenza, che niente è permanente, compresi gli stati d’animo,  e che è illusorio e anche poco sano, pensare di poter trattenere ciò che piace e debellare, allontanare, cacciar via  quanto non ci piace.

Del resto, lo capiamo bene: già nel dire che c’è qualcosa che ci piace e qualcosa che non ci piace, stiamo operando distinzioni, separazioni, discriminazioni su eventi o situazioni che di per sé non conoscono separatezza ma solo una continuità nel loro manifestarsi avvicendandosi.

Da una parte quindi esiste un flusso (di eventi, emozioni, sensazioni che si manifestano) e dall’altra esiste la nostra mente che, nel suo discriminare, avvicinare ciò che ama e allontanare ciò che teme, interrompe continuamente questo ritmo, questo respiro vitale, cristallizzando l’esperienza in “mi pace” e “non mi piace”.

La meditazione interviene da questo punto di vista, tornando a fluidificare quanto la nostra mente ha bloccato e congelato e lo fa aiutandoci a sospendere il giudizio, a interrompere il monologo interiore, introducendo una pausa che apre le porte a un vuoto.

Un vuoto fertile, un terreno vergine nel quale avere cura di seminare, accudire e far crescere i “semi buoni”, imparando a riconoscere quando tra questi si insinuano i fili d’erba del monologo interiore che costruisce cattedrali di giudizio nel deserto dell’avversione.

La meditazione è seminagione di sacro nel quotidiano, è tornare a parlare la lingua del Mondo offrendosi a esso, allenandosi ad accoglierne le manifestazioni sia nei giorni di sole che in quello di pioggia.

Disporsi a meditare in Natura, facilita questo processo di lento, graduale disgregarsi delle costruzioni mentali monolitiche, a vantaggio di una più flessibile e adattabile disposizione d’animo aperta e disponibile, genuinamente curiosa e naturalmente coinvolta nei “fatti del mondo” perché è del mondo la lingua che parla.

Silenziare la mente e predisporsi ad accogliere i racconti che porta con sé un albero nel suo muto, lento e costante manifestarsi ed essere in grado di mettere in atto strategie di adattamento alla vita stando nel Mondo, è una fonte di ispirazione che può attivare in noi il prodigio dell’auto guarigione.

Un’auto guarigione che passa per il prendersi cura di sé, per l’accorgersi dei propri movimenti (di quelli evidenti come di quelli più sottili ma non meno efficaci) e finisce con l’insegnarci a dare un nome alle cose, compresi i mali della nostra anima che rimangono tali, fintanto che non siamo in grado di vederli.

Qualcosa risuona in quello che hai letto?

 Scopri cosa possiamo fare insieme

CIAO, IO SONO FRANCESCA

Sono una psicologa clinica, forest bathing trainer e mindfulness counselor.
Ho approfondito il mio interesse per l’ecopsicologia con un master in Ecoterapia e Ecologia del profondo, ma soprattutto con la scelta di vivere in un bosco.

Attualmente sono specializzanda presso l’Istituto di Psicanalisi Relazionale e Psicologia del Sé a Roma.

Leggi di più

Ho una laurea magistrale in psicologia clinica e dinamica, nella quale ho approfondito i benefici dell’ecoterapia e delle immersioni sensoriali nel bosco, associati alla Terapia Focalizzata sulla Compassione di Gilbert e all’ecologia del profondo. Sono coautrice dell’articolo “La psicanalisi e gli spazi verdi”, contenuto all’interno del libro Salvarsi con il verde – la rivoluzione del metro quadro vegetale che mette in luce gli aspetti terapeutici della natura in una seduta psicoanalitica.

Mi sono diplomata facilitatrice del metodo Feeding Your Demons® con Lama Tsultrim Allione, che ne è la creatrice. Si tratta di una pratica che consente un lavoro approfondito sugli aspetti distruttivi della nostra psiche, con una lettura che integra lo Dzog Chen a un lavoro gestalitico sui blocchi interiori.

Lama Tsultrim è una insegnante di buddhismo di livello internazionale oltre che l’autrice di numerose pubblicazioni. Si concentra sugli insegnamenti di Dzog Chen e sul lignaggio di Machig Labdrön, fondatrice del lignaggio Chöd.

Al Tara Mandala Center, in Colorado (USA)  ho approfondito le relazioni tra psicodharma e psicologia occidentale  acura di Lama Tsultrim Allione, da cui ho ricevuto l’iniziazione alla pratica del mandala delle dakini, con un focus specifico sul femminile illuminato.

Sono insegnante certificata di EcoNidra, con un focus specifico sulle tecniche di rilassamento in natura a indirizzo psicosintetico e sulle pratiche di consapevolezza negli stati ipnagogici.

Sono allieva della Bert Hellinger Schule, una scuola di formazione orientata ai contenuti e alle intuizioni della Hellinger Sciencia®, la scienza di tutte le nostre relazioni, fondata da Bert Hellinger, padre delle costellazioni familiari praticate e insegnate in tutto il mondo.

Ho frequentato  il  Compassion Focused Therapy – Training di 1° livello del   “Compassionate Mind – Italia”, emanazione della Compassionate Mind Foundation Inglese di Paul Gilbert.

Ho coltivato il mio interesse per l’espansione degli stati di coscienza a scopo terapeutico,  frequentando l’Awakened Mind Training presso l’Arthur Findlay College, Londra (UK), dove tutt’ora approfondisco e pratico la mediumship.

Ho studiato e praticato il protocollo Mindfulness of Dream & Sleep con Charley Morley insegnante di sogno lucido e autore, tra gli altri, del libro Wake Up to Sleep: una guida pratica per trasformare stress e trauma e ristabilire un buon equilibrio emotivo. Il protocollo Mindfulness of Dream & Sleep aiuta a ridurre lo stress prima di coricarsi e  a ottimizzare la qualità del sonno.

Ho approfondito gli studi con Joanna Macy alla School for The Great Turning, che mette in evidenza i punti di incontro tra saggezza personale, ecologica e spirituale per rafforzare il self empowerment e incoraggiare la guarigione del pianeta.