La rete viva

da | Gen 21, 2020 | Supporto psicologico

Negli ultimi decenni si è fatta strada una nuova concezione della vita.

L’Universo non è più visto come una macchina costituita di componenti elementari, perché abbiamo scoperto che il mondo materiale è una rete inseparabile di relazioni.

Il pianeta nel suo complesso è un sistema vivente che si autoregola.

La concezione di una mente e di un corpo separati,  è stata soppiantata da  una visione che vede cervello, sistema immunitario, tessuti del corpo, cellule come un sistema vivente integrato e interrelato.

L’evoluzione non è più vista come una lotta competitiva per l’esistenza, ma piuttosto come una danza cooperativa in cui la creatività e l’emergere continuo di novità, sono le forze dominanti.

Una nuova scienza delle qualità sta emergendo.

Una delle scoperte più importanti di questa nuova concezione della vita nella scienza, è il riconoscimento che la rete è lo schema di organizzazione principale della vita.

Gli ecosistemi sono interpretati come reti di organismo: ci sono reti di cellule, ci sono reti di molecole e poi ci sono le reti sociali che sono reti di comunicazione.

Ovunque vediamo sistemi viventi, vediamo reti.

Non si tratta di strutture materiali, bensì di reti funzionali, di relazioni tra vari processi (si pensi alla cellula e alle reazioni chimiche che ospita).

La rete è uno schema immateriale di relazioni e richiede che si adotti un pensiero sistemico, lo stesso che viene adottato per studiare l’ecologia.

Durante la storia della scienza e della filosofia, c’è sempre stata una certa tensione tra due approcci: lo studio della materia e lo studio della forma.

Lo studio della materia inizia alla domanda: “di che cosa è fatta?” e si compone di misurazione.

Lo studio della forma, si chiede invece: “qual’è lo schema?” e questo porta all’idea di ordine, organizzazione, relazione. Invece che alla quantità, porta alla qualità e richiede la mappatura al posto della misurazione.

Si tratta di due filoni di ricerca diversi che sono stati storicamente in competizione tra loro.

Per la maggior parte del tempo, ha dominato lo studio della materia, anche se ogni tanto lo studio della forma è emerso in primo piano, come di fatto sta accadendo oggi.

Le qualità di un sistema complesso, fanno riferimento alle qualità di un sistema che non esibisce nessuna parte di esso. Si pensi ad esempio al concetto di salute.

La salute non può essere espressa come somma delle proprietà delle parti. Le qualità sorgono dai processi delle relazioni tra le parti e possono essere mappate ma non misurate. 

Negli ultimi decenni, le reti viventi sono state indagate estensivamente e si è visto che la loro caratteristica fondamentale è che generano continuamente se stesse (si pensi alla cellula). Dunque, le reti viventi continuamente creano o ricreano se stesse e sono figlie di una infinità di relazioni.

Anche la vita nel campo sociale può essere intesa in senso di reti di comunicazione.

Come quelle biologiche, sono autogeneranti ma ciò che generano è immateriale. Ogni comunicazione crea pensieri e significati che originano ulteriori comunicazioni.

La rete riesce a integrare 4 dimensioni che sono: biologica, cognitiva, sociale ed ecologica e richiedono che si sviluppi uno sguardo ampio e sistemico sulle cose del mondo, capace di contenerne le relazioni, i processi, il continuo divenire frutto di interdipendenze. 

Non è pensabile occuparsi del malessere dell’uomo, intendendolo separato e scollegato da tutta la rete di relazioni in cui è immerso e da questo punto di vista Sara Conn, psicologa clinica di Cambridge ci ricorda che:

L’ecopsicologia invita la pratica psicoterapeutica a espandere la sua attenzione oltre al paesaggio interiore per espandere e promuovere lo sviluppo della comunità, il contatto con la terra e con i luoghi, l’identità ecologica. Ci invita a sentire la terra che parla attraverso  il nostro dolore e disagio e ad ascoltare noi stessi come se stessimo ascoltando un messaggio dall’universo.

Da questo si evince che, in ottica sistemica, la psicologia ha bisogno di svegliarsi, di riconoscere di non poter più studiare e curare l’uomo separatamente dal pianeta.

Ha bisogno di fare i conti con la realtà esterna, con i disastri di larga scala che sta subendo il pianeta in questi anni.

Per poter meglio comprendere la persona e il suo disagio, non può limitare il lavoro alla dimensione intrapsichica e relazionale ma deve estendersi anche in campo ambientale, prendere in considerazione le connessioni tra malessere  psicologico e disequilibrio ambientale, tra malattia dell’anima e malattie del mondo.

Occuparsi della salute del pianeta diventa quindi uno dei modi per ripristinare la salute e il benessere dell’essere umano perché la rete è viva, la rete è vita.

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CIAO, IO SONO FRANCESCA

Sono una psicologa clinica, forest bathing trainer e mindfulness counselor.
Ho approfondito il mio interesse per l’ecopsicologia con un master in Ecoterapia e Ecologia del profondo, ma soprattutto con la scelta di vivere in un bosco.

Attualmente sono specializzanda presso l’Istituto di Psicanalisi Relazionale e Psicologia del Sé a Roma.

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Ho una laurea magistrale in psicologia clinica e dinamica, nella quale ho approfondito i benefici dell’ecoterapia e delle immersioni sensoriali nel bosco, associati alla Terapia Focalizzata sulla Compassione di Gilbert e all’ecologia del profondo. Sono coautrice dell’articolo “La psicanalisi e gli spazi verdi”, contenuto all’interno del libro Salvarsi con il verde – la rivoluzione del metro quadro vegetale che mette in luce gli aspetti terapeutici della natura in una seduta psicoanalitica.

Mi sono diplomata facilitatrice del metodo Feeding Your Demons® con Lama Tsultrim Allione, che ne è la creatrice. Si tratta di una pratica che consente un lavoro approfondito sugli aspetti distruttivi della nostra psiche, con una lettura che integra lo Dzog Chen a un lavoro gestalitico sui blocchi interiori.

Lama Tsultrim è una insegnante di buddhismo di livello internazionale oltre che l’autrice di numerose pubblicazioni. Si concentra sugli insegnamenti di Dzog Chen e sul lignaggio di Machig Labdrön, fondatrice del lignaggio Chöd.

Al Tara Mandala Center, in Colorado (USA)  ho approfondito le relazioni tra psicodharma e psicologia occidentale  acura di Lama Tsultrim Allione, da cui ho ricevuto l’iniziazione alla pratica del mandala delle dakini, con un focus specifico sul femminile illuminato.

Sono insegnante certificata di EcoNidra, con un focus specifico sulle tecniche di rilassamento in natura a indirizzo psicosintetico e sulle pratiche di consapevolezza negli stati ipnagogici.

Sono allieva della Bert Hellinger Schule, una scuola di formazione orientata ai contenuti e alle intuizioni della Hellinger Sciencia®, la scienza di tutte le nostre relazioni, fondata da Bert Hellinger, padre delle costellazioni familiari praticate e insegnate in tutto il mondo.

Ho frequentato  il  Compassion Focused Therapy – Training di 1° livello del   “Compassionate Mind – Italia”, emanazione della Compassionate Mind Foundation Inglese di Paul Gilbert.

Ho coltivato il mio interesse per l’espansione degli stati di coscienza a scopo terapeutico,  frequentando l’Awakened Mind Training presso l’Arthur Findlay College, Londra (UK), dove tutt’ora approfondisco e pratico la mediumship.

Ho studiato e praticato il protocollo Mindfulness of Dream & Sleep con Charley Morley insegnante di sogno lucido e autore, tra gli altri, del libro Wake Up to Sleep: una guida pratica per trasformare stress e trauma e ristabilire un buon equilibrio emotivo. Il protocollo Mindfulness of Dream & Sleep aiuta a ridurre lo stress prima di coricarsi e  a ottimizzare la qualità del sonno.

Ho approfondito gli studi con Joanna Macy alla School for The Great Turning, che mette in evidenza i punti di incontro tra saggezza personale, ecologica e spirituale per rafforzare il self empowerment e incoraggiare la guarigione del pianeta.