La pratica della contentezza

da | Mag 13, 2022 | Voci del bosco

Un numero crescente di evidenze scientifiche sta mettendo in luce i benefici psico fisiologici ma anche ecologici, sociali e spirituali, che un’immersione  profonda in natura è capace di offrire.

Dalla pressione arteriosa alla regolazione del tono dell’umore, passando per un maggior senso di connessione e appartenenza con evidenti ricadute benefiche su stress ansia e depressione, sono solo alcune delle evidenze che stanno letteralmente facendo esplodere la voglia di bosco, specie in questi ultimi anni contrassegnati da un’alternanza di lock-down e momenti di isolamento sociale che hanno minato la nostra salute psicofisica.

Sempre le evidenze scientifiche, parlano di una soglia minima di 5 giorni continuativi trascorsi nel bosco, a partire dalla quale gli effetti benefici decuplicherebbero in modo sostanziale: in pratica, da essere forestali quali siamo, lasciaci un pò a bagno nel nostro habitat e vedrai come rifioriremo.

Cinque giorni per riaccedere e riaccendere il nostro senso biofilico, l’innata benevolenza che ci fa sentire uniti, facenti parte, connessi a tutti i livelli e dunque allacciati, sostenuti, tenuti insieme… tutti attributi dal profondo significato terapeutico, considerato che viviamo in un’epoca traumatizzata e traumatizzante, proprio a causa dell’innaturale e repentino allontanamento dal nostro habitat: le foreste, il bordo dei torrenti, le praterie, le alture, i declivi.

Cinque giorni… e se fossero otto mesi di immersione profonda in foresta?

Sono otto mesi che abito nel cuore di una selva di castagni, interrotta a tratti da possenti querce che ospitano una quantità straordinaria di uccellini che entrano sempre più a far parte del mio quotidiano.

Otto mesi di bosco profondo, di quello che vede far buio presto, considerato che l’ho abitato prevalentemente nella stagione in cui ci rintaniamo volentieri a casa, nel calduccio (talvolta eccessivo e inquinante) delle nostre case elettrificate e coibentate.

Otto mesi di albe e tramonti, di vento impetuoso e grandine improvvisa. Otto mesi di cieli tersi, buriane, fulmini e sole alto.

Otto mesi,  a guardare una stagione tendere la mano all’altra, il sole chiamare la luna, le stelle affacciarsi tra le fronde e poi i rami spogli di un inverno che a me sembra sia stato inghiottito in un sospiro di selva, tanto breve mi è parso.

Otto mesi di legna e camino, di fascine da cogliere nel bosco ripulendolo dal vecchio per far posto al nuovo (mentre la mia mente si allineava ai gesti e operava simili pulizie sottili), otto mesi di agguati al pastore (perché conoscerlo è stato un momento emozionante del mio abitare questi boschi appartati, nei quali le tradizioni si trascinano a fatica ma sono ancora presenti, come mi ricorda il pastore e  la tenacia dei suoi 93 anni).

Otto mesi di: “Ma sei sicura che ce la farai lassù, con quella stradaccia, e il buio che si inghiotte la casa nella morsa dell’inverno? E se nevica? E se gela?”.

Otto mesi per incontrare l’unica cosa che davvero speravo di incontrare, ossia la contentezza che solo l’abitare la natura ti regala.

Quella capacità cioè d’essere, come  mi ricorda il vocabolario Treccani, contènto1 agg. [lat. contĕntus, part. pass. di continere «contenere», quindi propr. «contenuto; pago di qualche cosa»]. – 1. Appagato, soddisfatto di quanto si fa o si riceve.

Otto mesi per imparare quindi a contenere, il sole sfacciato dei giorni di gioia e la grandine che ferisce l’anima dei giorni di dolore, incontrando a passo lento l’equanimità di chi non si risparmia e si offre a tutto, senza selezionare, edulcorare, togliere, preferire.

Otto mesi di me e di te, cara selva, per tornare a scoprire il linguaggio muto della presenza, lo spazio ampio che da solo cura perché apre e torna a far fluire.

Fluire, ecco di cosa abbiamo bisogno in una società che troppo spesso ci cristallizza in pose, abitudini e bias che non sono altro che scorciatoie di una mente che ha smesso di offrirsi e si arrocca in convinzioni che impoveriscono la realtà e la nostra possibilità di esperirla.

Otto mesi per sciogliermi in lacrime calde davanti a un’alba troppo grande perché il mio cuore la possa contenere, così come accade davanti a un dolore smisurato, per capire che non c’è differenza neanche in questo.

Il bello, il brutto, il meraviglioso, il doloroso, sono tutte emozioni che aprono, spalancano il cuore se debitamente vissute, motivo per cui in realtà in una società che anestetizza, sposta, edulcora e illude, non siamo capaci neanche di vera gioia.. perché rifiutiamo il dolore e così facendo ci trasformiamo in ombre, caricature di noi stessi, maschere.

Otto mesi per smascherarmi quindi, e comprendere nel profondo quanto io ti appartenga, selva, e tu appartenga a me, in un continuo scambio di fluidi che rendono il mio sangue e la tua linfa parenti di un unico scorrere vitale che irrompe selvaggio nelle notti di luna piena,  davanti al fuoco che crepita e disegna nuove vie dei canti, nella soglia tra la veglia e il sonno.

E ora che Beltane ha promesso e riaperto la via della fertilità di smeraldo tra le fronde che acciecano nel verde sempre più vivo, ti consegno la mia contentezza, selva, che non è un sordo e illusorio esasperare gioia, ma la capacità composta, misurata, sobria e sempre meno chiacchierata e più intima e privata, di contenere te, e me con te, nella buona e nella cattiva sorte, con le piogge di novembre e il sole incantevole del maggio vivo, senza distinzioni, senza separazioni, finalmente intera, insieme, io  e te.

Qualcosa risuona in quello che hai letto?

 Scopri cosa possiamo fare insieme

CIAO, IO SONO FRANCESCA

Sono una psicologa clinica, forest bathing trainer e mindfulness counselor.
Ho approfondito il mio interesse per l’ecopsicologia con un master in Ecoterapia e Ecologia del profondo, ma soprattutto con la scelta di vivere in un bosco.

Attualmente sono specializzanda presso l’Istituto di Psicanalisi Relazionale e Psicologia del Sé a Roma.

Leggi di più

Ho una laurea magistrale in psicologia clinica e dinamica, nella quale ho approfondito i benefici dell’ecoterapia e delle immersioni sensoriali nel bosco, associati alla Terapia Focalizzata sulla Compassione di Gilbert e all’ecologia del profondo. Sono coautrice dell’articolo “La psicanalisi e gli spazi verdi”, contenuto all’interno del libro Salvarsi con il verde – la rivoluzione del metro quadro vegetale che mette in luce gli aspetti terapeutici della natura in una seduta psicoanalitica.

Mi sono diplomata facilitatrice del metodo Feeding Your Demons® con Lama Tsultrim Allione, che ne è la creatrice. Si tratta di una pratica che consente un lavoro approfondito sugli aspetti distruttivi della nostra psiche, con una lettura che integra lo Dzog Chen a un lavoro gestalitico sui blocchi interiori.

Lama Tsultrim è una insegnante di buddhismo di livello internazionale oltre che l’autrice di numerose pubblicazioni. Si concentra sugli insegnamenti di Dzog Chen e sul lignaggio di Machig Labdrön, fondatrice del lignaggio Chöd.

Al Tara Mandala Center, in Colorado (USA)  ho approfondito le relazioni tra psicodharma e psicologia occidentale  acura di Lama Tsultrim Allione, da cui ho ricevuto l’iniziazione alla pratica del mandala delle dakini, con un focus specifico sul femminile illuminato.

Sono insegnante certificata di EcoNidra, con un focus specifico sulle tecniche di rilassamento in natura a indirizzo psicosintetico e sulle pratiche di consapevolezza negli stati ipnagogici.

Sono allieva della Bert Hellinger Schule, una scuola di formazione orientata ai contenuti e alle intuizioni della Hellinger Sciencia®, la scienza di tutte le nostre relazioni, fondata da Bert Hellinger, padre delle costellazioni familiari praticate e insegnate in tutto il mondo.

Ho frequentato  il  Compassion Focused Therapy – Training di 1° livello del   “Compassionate Mind – Italia”, emanazione della Compassionate Mind Foundation Inglese di Paul Gilbert.

Ho coltivato il mio interesse per l’espansione degli stati di coscienza a scopo terapeutico,  frequentando l’Awakened Mind Training presso l’Arthur Findlay College, Londra (UK), dove tutt’ora approfondisco e pratico la mediumship.

Ho studiato e praticato il protocollo Mindfulness of Dream & Sleep con Charley Morley insegnante di sogno lucido e autore, tra gli altri, del libro Wake Up to Sleep: una guida pratica per trasformare stress e trauma e ristabilire un buon equilibrio emotivo. Il protocollo Mindfulness of Dream & Sleep aiuta a ridurre lo stress prima di coricarsi e  a ottimizzare la qualità del sonno.

Ho approfondito gli studi con Joanna Macy alla School for The Great Turning, che mette in evidenza i punti di incontro tra saggezza personale, ecologica e spirituale per rafforzare il self empowerment e incoraggiare la guarigione del pianeta.