Qualche giorno fa, durante un webinar sul potere della foresta, mi sono imbattuta nel trattare velocemente un tema che in questi giorni di quarantena è più che mai rilevante: il nature deficit disorder e i suoi effetti sulla salute dei bambini.
Effetti che si riassumono in sensazioni di sradicamento dal mondo, difficoltà di concentrazione, stress, ansia, depressione.
La “Sindrome da deficit di Natura”, è una patologia che colpisce bambini e adolescenti teorizzata dal ricercatore americano Richard Louv nel suo libro Last Child in the Wood.
Louv afferma che – nelle nostre società, i genitori proteggono i figli in maniera eccessiva con il risultato che il raggio di allontanamento medio di un bambino americano dalla sua casa è nove volte inferiore a 30 anni fa.
I genitori, spesso istigati in maniera eccessiva dai media, hanno paura dell’estraneo, con il risultato che il bambino si chiude in casa o rimane nei paraggi, rinuncia ad esplorare non solo la natura, ma anche l’ambiente urbano in cui vive.
Va da sé che anche in questo caso, il rimedio è quello di tornare alla Natura (augurandoci di poterlo fare quanto in prima, considerata la quarantena in corso).
Questo perché, oltre agli impatti fisiologici, ci sono significativi benefici per la salute mentale nel tempo che spendiamo in natura.
Un maggiore senso di calma, una rinnovata capacità di concentrazione, comportamenti e attitudini migliorati e risultati accademici più elevati sono solo alcuni dei vantaggi.
Se ti sei sentito più tranquillo e più felice dopo del tempo trascorso in natura, sappi che non si è trattato di un colpo di fortuna, ma di uno dei largamente documentati effetti rigeneranti che il contatto con boschi, ruscelli, rocce e colline, ha su di noi.
La natura ha un effetto di recupero sui nostri sensi.
I giapponesi lo sanno da secoli e lo hanno trasformato nella sua forma d’arte: Shinrin-yoku, che significa “bagno nella foresta”.
Questa pratica è semplicemente il processo di connessione alla natura attraverso i tuoi sensi.
È un modo strutturato per lasciar andare tanta struttura, permettendo al contempo di notare tutte le sensazioni che lo stare immersi nel mondo naturale risveglia in noi.
I benefici riparativi della natura sono ormai oggetto di molti studi.
La teoria della restaurazione dell’attenzione (ART) ipotizza che il tempo nella natura abbia un effetto riparatore sul nostro stato mentale, affermando che la fatica e la concentrazione mentale possono essere migliorate trascorrendo del tempo nella natura.
Si è intuito che anche guardare immagini naturali sia di benefico per la psiche umana.
In un’epoca in cui il nostro cervello è continuamente bombardato da stimoli, le nostre menti hanno bisogno di tempo per il recupero.
Stephen Kaplan ha scoperto che l’impatto riparativo della natura è influenzato da varie cose, tra cui il “dolce fascino“: la natura è certamente dotata di oggetti affascinanti, oltre a offrire molti processi che le persone trovano avvincenti.
Molte delle fascinazioni offerte dall’ambientazione naturale si qualificano come “morbide”: nuvole, tramonti, schemi di neve, il movimento delle foglie nella brezza sono tutti elementi che trattengono prontamente l’attenzione, ma in modo estremamente dolce.
Assistere a questi schemi senza sforzo, offre ampie opportunità di pensare ad altre cose e di recuperare energia (e ispirazione).
Questo fascino gioca un ruolo cruciale nel ripristino dell’attenzione ed è anche accessibile a tutti.
La natura ha bisogno di bambini
Mentre i bambini hanno bisogno della natura, anche la natura ha bisogno dei bambini.
Nell’era del cambiamento climatico, dell’estinzione di massa e del degrado ambientale senza precedenti, c’è bisogno di custodi della Terra.
La salute dell’ambiente globale dipende dalle persone che proteggono e promuovono attivamente un pianeta sostenibile.
Le persone non proteggono ciò che non interessa loro o ciò che non conoscono.
Ecco perché è così importante supportare programmi all’aperto che espongono tutti i bambini al mondo naturale, con esperienze multiple e significative nella natura, in modo che non solo raccolgano i benefici dell’esperienza della natura, ma crescano anche per essere sostenitori di un pianeta sano.
Ma non basta: dobbiamo pensare, naturalmente, le città.
Una citazione che si trova sulla mia scrivania è di Peter Forbes e dice:
Non puoi proteggere la terra dalle persone, puoi solo proteggere la terra con le persone.
Se vogliamo proteggere la terra con le persone, queste si trovano principalmente nelle città.
Entro il 2050 si prevede che il 68 percento della popolazione mondiale sarà urbana.
La natura e la metropoli sono spesso considerati opposti, separati e distinti. Tuttavia, città e natura sono intrinsecamente connesse e si modellano a vicenda.
C’è un cambiamento in corso in molte città che ora sono progettate per incorporare la natura nell’esperienza quotidiana.
Una popolazione in crescita esponenziale sta mettendo le risorse del mondo sotto stress mentre il nostro modello economico estrattivo esplode in tutto il mondo.
Affinché il pianeta possa resistere all’impatto umano di oltre 9,7 miliardi di persone entro il 2050, è necessario trovare modi nuovi e innovativi di vivere insieme, specialmente in questi contesti urbani.
Questa crescente urbanizzazione richiede anche cambiamenti nelle mentalità tradizionali di conservazione.
Questo significa utilizzare le risorse in modo efficiente, ridurre le nostre impronte ecologiche e trovare modi per integrare la natura nelle nostre vite quotidiane e urbane.
Le città possono trasformarsi in luoghi di attenzione e cura per la natura, offrendo spazi per gli esseri umani; contravvenendo alla loro consolidata fama di luoghi inquinati, affollati e privi di natura.
Ne sono una conferma i rapporti recenti che hanno dimostrato come le città possano essere luoghi importanti nei percorsi migratori della farfalla monarca che non ha bisogno di ampie aree di terra, ma di luoghi sicuri e coerenti per atterrare e mangiare, molti dei quali possono essere immersi in parchi, cortili.
Molti di noi vogliono connettersi con la natura e la natura è essenziale per tutti noi.
Abbiamo bisogno di nuovi innovatori, risolutori di problemi e appassionati di natura per contenere gli impatti dei cambiamenti climatici.
Costruire un nuovo movimento significa un forte investimento sulla gioventù.
I giovani saranno i nuovi leader (ma preferisco la parola visionari) che dovranno sviluppare una voce forte per esprimere la loro idea di come dovrebbe essere il futuro per il pianeta.
Dobbiamo creare intenzionalmente spazi per dare formare una nuova narrativa per un nuovo movimento ambientalista innovativo, integrato, multidisciplinare che rappresenti un’idea integrata e interrelata di pianeta, ispirata ai principi della terrapsicologia.
Viviamo in tempi di degrado senza precedenti; abbiamo bisogno di collaborazione e cambiamenti senza precedenti.
In tutto ciò, trovo doveroso ricordare che in un momento in cui le cose possono sembrare senza speranza per l’ambiente, i bambini offrono speranza.
Possiamo imparare a vedere la bellezza attraverso gli occhi dei bambini che sono capaci di riconoscere la magia della natura anche in luoghi impensabili, circondati da autostrade, fognature e discariche, trasformandoci in acuti e creativi esploratori di vita, proprio come i bimbi.