Un sonno ristoratore, profondo e nutriente, ha calato il sipario su un incredibile week end di immersione sensoriale alle Foreste Casentinesi, che sono convinta continuerà a “lavorare” a lungo dentro di me.
Sveglia presto, il solito caffè immersa nel silenzio della campagna in cui vivo, quattro carezze alla micetta che mi trotterella tra le gambe in cerca di cibo, ed eccomi qua.
Davanti a uno schermo bianco.
Con un cursore che lampeggia, quasi a ricordarmi il ritmo del mio cuore, ancora accelerato.
Perché in un residenziale di bagni di foresta, tutto si accelera, si amplifica. I processi che già “a cose normali”, durante una esperienza giornaliera, sono intensi e destinati a produrre effetti nelle settimane a seguire, in un week end lievitano a dismisura.
In un residenziale, i benefici effetti terapeutici che l’immergersi in un bosco acuendo sensi e tornando a leggere significati in una geografia espansa dei luoghi (espansa perché comprende anche quella interiore), si arricchiscono dell’anima dei luoghi, della cura, dello “stare” anche quando la mente si attiva per “andare”.
Già… i luoghi, quell’inesprimibile intrico di paesaggi, tradizioni, storie, vissuti, persone. Parlo di questo.
Tant’è che la scelta della casa che ospita questo tipo di esperienza non è mai casuale ma anzi sempre figlia di una grande quantità di riflessioni.
Questo perché non bastano le mura e neanche la gradevolezza del posto.
Per me, ogni volta, si tratta di cercare la “casa dell’anima”, quel luogo capace di esprimere il territorio e le sue tradizioni, mescolandolo al vissuto di chi la abita, al suo calore umano.
Nelle immersioni sensoriali in natura si finisce infatti con il fare un’esperienza “amplificata” di se stessi, o meglio, risvegliata.
Questo perché viviamo intorpidit* e distanti dalla persona che siamo, obnubilando i sensi, stordendoci di consumi e parole, rumori e circostanze spesso assai lontane dalla nostra intima natura, per non sentirla. Non sentire chi? La nostra Anima, che incessantemente ci chiama, ci implora di tornare a casa, passando per l’espressione piena, libera e profonda dei nostri talenti che altro non sono se non gli strumenti con cui Dio (chiamatelo intelligenza superiore, Amore o come preferite voi) ci richiama a sé.
Nei bagni di foresta questo mi diventa sempre più chiaro e se ho la possibilità di proporli per più giorni consecutivi, gli effetti diventano ancora più evidenti.
Il contatto profondo con la Natura e il suo sempre diverso linguaggio fatto di segni e sogni, è un’esperienza capace di risvegliarci alla nostra responsabilità di essere chi profondamente siamo.
Potrei dire che l’immersione sensoriale in Natura è una pratica attraverso la quale è come se facessimo una sorta di “scrub energetico” sulle parti noi occluse, annebbiate, opacizzate dalle maschere dei ruoli che indossiamo (spesso per compiacere per la verità). Uno scrub che poco per volta purifica, scioglie le resistenze e fa tornare a brillare la nostra intima natura da cui irradia una luminosità infinita che si veste delle qualità dell’anima, quali sono la compassione, la gentilezza, la generosità e la pazienza, per citarne solo alcune.
Ma non basta.
Un residenziale di ecoterapia è anche un’esperienza che passa attraverso la magia dei luoghi e delle loro tradizioni, i sapori dei territori, le piccole storie che si annidano nelle “periferie del mondo” che per me sono il vero ombelico di una geografia dell’anima che sempre vado ricercando quando propongo queste esperienze.
Al Rifugio La Castellina, a Castagno d’Andrea (FI), tutto questo mi è stato fin da subito evidente.
Damiano, che gestisce con una cura infinita la casa che fu di suo nonno dopo averla restaurata con grande gusto pietra su pietra mantenendone intatto il fascino, è un oste davvero talentuoso e raro.
Chi di voi mi conosce un pò meglio, sa che per oltre 15 anni mi sono occupata di accoglienza e credo di aver navigato a sufficienza questo mondo per averne intuito le insiedie e le potenzialità.
L’insidia principale del fare accoglienza “in modo professionale”, è quella di finire con il confondere il “saper fare”, con un’algida sequenza di procedure che finiscono per il far dormire e mangiare, magari decorosamente le persone, senza però emozionarle.
Troppi sono ancora quei luoghi che propinano un’accoglienza di plastica, nella quale se hai fortuna si mangia e si dorme bene, ma che sono completamente orfane dell’elemento umano che è il vero motore dell’accoglienza.
Damiano questa insidia non la conosce, perché incarna un suo proprio e genuino modo di vivere la vita, immerso in una natura meravigliosa, avendo il coraggio di abitarla tutto l’anno (e non solo quando questa è amena) esperendo profondamente anche i sacrifici che richiede vivere in una grande casolare nel bosco, scaldato dal camino e dalla sua innata cordialità.
Per questo e molti altri motivi legati alla sua capacità di intuire i bisogni dell’ospite, anche solo attraverso una “semplice” gentilezza (vogliamo parlare della cioccolata con il caffè al rientro da una escursione alle Foreste Sacre??) Damiano incarna lo spirito dei luoghi, lo custodisce e lo offre ai suoi ospiti con garbo e discrezione.
Vivere l’esperienza profonda dei bagni di foresta al Rifugio la Castellina, ha consentito a tutte noi di arricchire l’esperienza di quell’ingrediente umano, per me fondamentale, capace di unire insieme i le tante tessere del mosaico che il lavoro ecoterapeutico è capace di fare emergere in noi, dando continuità e il giusto contenimento a un lavoro che non è mai banale e richiede molta volontà e fiducia.
E’ con gratitudine profonda che saluto questa incredibile esperienza che sta crescendo passo dopo passo, insieme a voi, con la certezza di aver trovato una casa dell’anima in quella geografia dei luoghi che sto cercando di disegnare, proponendo i weekend residenziali di ecoterapia.
Se vuoi conoscere quale sarà la data del prossimo appuntamento giornaliero o di più giorni, dai un’occhiata al mio calendario eventi.